L’altra faccia del Vertice di Cancun COP16: due anni dopo

Al di là delle conclusioni formali o protocollari, i giornalisti, partecipanti che non rappresentano alcuna delegazione, curiosi, lavoratori del settore alberghiero, i traduttori o la gente del posto sono stati anche testimone di eccezione del dietro le quinte di questo evento. Scriviremmo in questo articolo, alcune di queste impressioni.

La rappresentazione dei giapponesi, ha fatto come quando in una partita di calcio, la squadra che sta vincendo negli ultimi dieci minuti prima della fine della partita: fermare, rallentare la palla fino all’ultimo fischio. Cioè, rallentarono qualsiasi accordo, con lo scopo di non firmare nulla. Continuerano uccidendo balene e delfini per mangiare sushi. I cinesi hanno ribadito il loro impegno a non continuare a inquinare. Impegno ripetuto nei 15 precedenti vertici. Gli Stati Uniti hanno dimostrato una grande comprensione di ciò che sta accadendo nel mondo e promettono che essi sono disposti ad “andare avanti” sulle questioni ambientali, e che nel prossimo vertice ne parleranno. I paesi-isole del Pacifico, che sono sul punto di scomparire nel profondo delle acque del mare, hanno spiegato la loro preoccupazione.

Uno scienziato spontaneo, che era tra il pubblico, prende la parola e ha presentato il suo progetto di racchiudere questi paesi-isole in cupole di vetro in modo che  rimanendo somersi dalle acque, loro  rimarrebbero tutti vivi al loro interno. Tutti applaudirono per l’audace proposta, compresi i rappresentanti dei paesi sviluppati, fino a quando ha detto, il vivace oratore, che questo progetto richiedeva un trilione di dollari, ci fu silenzio assoluto, e un minuto dopo, tutti hanno continuato a discutere di altre questioni e si sono dimenticati dello scienziato pazzo.

La delegazione della Bolivia, in tutti i suoi interventi domandò se avrebbero rivisto ciò che loro avevano proposto nel vertice di Cochabamba. Nessuno è  stato in grado di chiarire questa preoccupazione, e così decisero di rimettere tutto in discussione negli anni successivi. Il relatore della Comunità europea, ha letto un discorso, così  lungo e noioso, che la delegazione cubana era gelosa, perché sono i re dei lunghi discorsi. Come Obama non ha partecipato, non c’è stato lo show. I gruppi anti-globalizzazione, hanno pensato che sarebbe stata un’altra buona occasione per gridarli quattro urli all’impero.

Quindi, sono state rinviate diverse marce, per non dire che sono stati raffreddate. Si è pensato all’ultimo minuto, che Hilary Clinton se fosse venuta, e tutti erano pronti a montare la nuova concentrazione, anche se l’impatto mediatico sia stato meno, ma comunque, nessun gringo è apparso e scoraggiati alcuni hanno visto gli striscioni e i volantini.

La delegazione indigena e contadina, come altre organizzazioni ambientaliste, hanno detto che non avrebbe sprecato il viaggio e hanno fatto la loro protesta, quasi da soli, ma hanno fatto le loro cose.

Quindi, finalmente iniziò una marcia e caravan contro i Yankee. Hanno accusato la Banca Mondiale e la Banca Interamericana dello Sviluppo per partecipare alle negoziazioni sul Cambiamento Climatico. La marcia si è conclusa di fronte agli impianti di una delle catena di supermercati “Walmart” perché, hanno spiegato, è una transnazionale che dovuto al fenomeno della globalizzazione arriva ai paesi in via di sviluppo e fanno fallire alle imprese nazionali più piccole. Non l’hanno fatta di fronte ai McDonald, perché l’installazione era molto trascurara e molto lontana. Alcuni avevano inizialmente proposto di protestare presso gli alberghi, perché quasi tutti sono anche delle reti transnazionali, ma hanno deciso che meglio di no, perché potrebbe influenzare sul turismo nella zona.

I giornalisti sono stati veramente infastiditi, come si dice in Messico, più noioso che “ballando da solo con la suocera in una festa”.

Il presidente del Messico, consultò i loro consiglieri se ne valeva la pena o no di pubblicare i risultati alla chiusura. Loro hanno raccomandato che quello più prudente era di chiudere l’evento e basta —è sicuramente una persona seria—, e che, in assenza di quasi tutti i  presidenti era meglio ignorare la foto protocollare. Inoltre, il governo della città di Cancun, ha promesso di avere una maggiore sicurezza per il prossimo vertice, perché anche se distribuiti oltre 6.000 poliziotti e militari per proteggere gli ospiti, molti dei delegati sono stati sottoposti a furti e rapine. Allora, il governo ha chiesto ai delegati,  per piacere di essere discreti con quello che è successo.

L’associazione dei tassisti a Cancun, hanno espresso la sua gratitudine, a loro è andata bene, altrettanto al’associazione di bar, vendita al dettaglio di liquori e locali notturni. Non così, all’associazione dei baristi e bottoni degli alberghi, essi ritengono che le mancie date dalle delegazioni non hanno coperto le loro aspettative. Juan “piccole mani” González, che vende giornali e riviste in giro nel centro di riunione, si lamentava, perché, secondo lui, il vertice, non gli ha portato fortuna, perché è piovuto molto, che quasi non ha potuto lavorare, “la natura è arrabbiata e non aiutò a  nessuno”.

Ci sono state lacrime di commozione alla cerimonia di chiusura, le delegazioni hanno preso il loro congedo fino al prossimo vertice di Durban in Sud Africa. Ci sono i delegati che hanno partecipato a tutti i Vertici, altre a 14 e così via, quacuna solo a quella di Cancun —a proposito, molto pochi sono principianti—. Inoltre, ci sono alcuni delegati o delegate che hanno figli fino a 16 anni, altri di minore età, tutti questi prodotti da queste i emozionanti Vertici.

Lenin Cardozo | ANCA24 – Hugo E. Méndez U. | ANCA24 Italia

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148 risposte a L’altra faccia del Vertice di Cancun COP16: due anni dopo

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